Pagine

sabato 13 febbraio 2016

San Valentino




La favola di Amore e Psiche affascina ancora migliaia d’innamorati, allora ripercorriamo per San Valentino questa storia meravigliosa.
Psiche, una bellissima fanciulla che non riesce a trovare marito, diventa l'attrazione di tutti i popoli vicini che le offrono sacrifici e la chiamano Venere (o Afrodite). La divinità, saputa l'esistenza di Psiche, gelosa per il nome usurpatole, invia suo figlio Eros (o Cupido) perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra e sia coperta dalla vergogna di questa relazione, ma il dio sbaglia mira e la freccia d'amore colpisce invece il proprio piede ed egli si innamora perdutamente della fanciulla. Intanto, i genitori di Psiche consultano un oracolo che risponde:
« Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui. (IV, 33) »
Psiche viene così portata a malincuore sulla cima di una rupe e lì viene lasciata sola. Con l'aiuto di Zefiro, Cupido la trasporta al suo palazzo dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua; così per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto; Psiche è prigioniera nel castello di Eros, legata da una passione che le travolge i sensi.
Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, che Eros le aveva detto di evitare, con un pugnale ed una lampada ad olio decide di vedere il volto del suo amante, nella paura che l'amante tema la luce per la sua natura malvagia e bestiale. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia d'olio cade dalla lampada e ustiona il suo amante:
« … colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata, d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia della disperata sposa (V, 23) »
Fallito il tentativo di aggrapparsi alla sua gamba, Psiche straziata dal dolore tenta più volte il suicidio, ma gli dei glielo impediscono. Psiche inizia così a vagare per diverse città alla ricerca del suo sposo, si vendica delle avare sorelle e cerca di procurarsi la benevolenza degli dei, dedicando le sue cure a qualunque tempio incontri sul suo cammino. Arriva però al tempio di Venere e a questa si consegna, sperando di placarne l'ira per aver disonorato il nome del figlio.
Venere sottopone Psiche a diverse prove: nella prima, deve suddividere un mucchio di granaglie con diverse dimensioni in tanti mucchietti uguali; disperata, non prova nemmeno ad assolvere il compito che le è stato assegnato, ma riceve un aiuto inaspettato da un gruppo di formiche, che provano pena per l'amata di Cupido. La seconda prova consiste nel raccogliere la lana d'oro di un gruppo di pecore. Ingenua, Psiche fa per avvicinarsi alle pecore, ma una verde canna la avverte e la mette in guardia: le pecore diventano infatti molto aggressive con il sole e lei dovrà aspettare la sera per raccogliere la lana rimasta tra i cespugli. La terza prova consiste nel raccogliere acqua da una sorgente che si trova nel mezzo di una cima tutta liscia e a strapiombo. Qui viene però aiutata dall'aquila di Giove che vuole entrare nelle grazie di Cupido.
Eros risveglia Psiche dal sonno provocato dal dono di Proserpina, raffigurato da Anthonis van Dyck
L'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli Inferi e chiedere alla dea Proserpina (o Persefone) un po' della sua bellezza. Psiche medita addirittura il suicidio tentando di gettarsi dalla cima di una torre; improvvisamente però la torre si anima e le indica come assolvere la sua missione. Durante il ritorno, mossa dalla curiosità, apre l'ampolla (data da Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà altro non è che il sonno più profondo. Questa volta verrà in suo aiuto Eros, che la risveglia dopo aver rimesso a posto la nuvola soporifera uscita dall'ampolla e va a domandare aiuto a suo padre.
Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve con l'amante l'aiuto di Giove: mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Eros. Il racconto termina con un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei, alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco fa da coppiere, le tre Grazie suonano e il dio Vulcano si occupa di cucinare il ricco pranzo.
Più tardi nasce la figlia, concepita da Psiche durante una delle tante notti di passione dei due amanti prima della fuga dal castello. Questa viene chiamata Voluttà, ovvero Piacere.

sabato 6 febbraio 2016

Carnevale 'ncopp 'o tammurro 7^ edizione


Sabato 6 febbraio 2016 a Marcianise l’associazione culturale Radici in collaborazione con le associazioni Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa di Macerata Campania, Popolo VinCanto e SCF Società Fotografica Casertana, presenta la settima edizione  di “Marcianise ‘ncopp ‘o tammurro ‘a festa ‘e carnavale” il  grande raduno spontaneo di balli, canti e suoni popolari del basso casertano.
L’evento, col patrocinio morale dell’ICHNET - Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale, ha lo scopo di salvaguardare e tramandare le nostre tradizioni, infatti l’iniziativa affonda le sue radici nella più autentica tradizione carnevalesca di Marcianise e dintorni. Nel cortile dell’antico palazzo “Monte dei Pegni” in via Duomo civico 9 si  darà il via al carnevale marcianisano, si accenderà un genuino clima di festa con balli e canti sul tamburo. Al centro della corte, vecchie e giovani mani percuoteranno castagnette e tammorre scandendo ritmi forti, decisi, travolgenti che ricordano a tratti arcaiche sonorità guerresche, suono ossessivo sul quale inizia la danza che da noi diventa sfida e resistenza.
Alle ore 19:00 si inizierà con la tradizionale chiagnuta a Carnevale morto, cantando sfottò ‘ncopp ‘o tammurro. Alle 20:30 sarà la volta della “Tauros Folk Band” di Tuoro, gruppo della tradizione bandistica che farà da cornice con il canzoniere napoletano a ritmo di tarantella.
Alle 21:00 inizierà il “raduno spontaneo di musica popolare”, al quale accorreranno paranze da tutta la Campania per un confronto imperdibile tra varie tradizioni musicali. Fra i partecipanti si segnala: 'A paranza 'e Marcianise, Zì Tonino 'o Stocco, Biagino De Prisco, 'A perteca di Pino Iove, Carmine di Sarno, Alfonso Di Somma e gli anziani di Terzigno, 'A paranza 'e San Marcellino, Zì Riccardo e le Donne della Tammorra, 'A Paranza do Criscito, 'Ngiulone, Raffaele Inserra, Maura Sciullo, Giovanni Rusciano, Francesco Petrillo strumenti a fiato tradizionali, Salvatore De Vivo, Calatia, Figli di Cibele, Compagnia suoni vaganti, Gli amici di Via del Popolo.
Per l’occasione esporranno creazioni artistiche carnevalesche, gli artisti marcianisani Raffaele Mezzacapo, Michelangelo Cice e Diego Tartaglione.